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Manutenzione impianti antincendio aziendali: cosa prevede la normativa e come essere compliant

Scritto da Admin | 25 novembre 2025

Gli impianti antincendio sono un pilastro della strategia di sicurezza di ogni azienda. Per garantirne l’efficacia nel tempo, è essenziale mantenerli in condizioni operative ottimali attraverso controlli regolari e interventi pianificati, da cui l’importanza della manutenzione impianti antincendio, un’attività indispensabile per tutelare persone e beni. 

La complessità degli impianti antincendio aziendali 

La complessità del tema deriva dal fatto che un impianto antincendio non è un singolo dispositivo, bensì un sistema articolato e interconnesso composto da numerose componenti, ciascuna con funzioni dedicate e un ruolo ben preciso nel quadro complessivo. Qualche esempio: 

  • Estintori portatili; 
  • Idranti; 
  • Impianti sprinkler; 
  • Rilevatori di fumo e di calore; 
  • Sistemi di allarme sonoro e visivo; 
  • Impianti di estinzione a gas o schiuma; 
  • Porte tagliafuoco;  
  • Sistemi di controllo accessi e compartimentazione. 

Ognuno di questi elementi richiede manutenzione, ma soprattutto una gestione ad hoc sia in termini di procedura tecnica - controlli, prove funzionali, sostituzioni - sia dal punto di vista documentale - registro degli interventi, tracciabilità delle ispezioni - senza contare le diverse frequenze previste dalle norme nazionali. 

Manutenzione impianti antincendio: cosa dice la normativa 

La normativa in materia di manutenzione antincendio è ampia e articolata. Un punto di partenza normativo è il D.Lgs. 81/08, che all’articolo 46 impone l’adozione di “metodi di controllo e manutenzione degli impianti e delle attrezzature antincendio”, con l’obiettivo di garantirne il corretto funzionamento nel tempo. 

A questo si affiancano ulteriori riferimenti normativi specifici, a cominciare dal Codice di Prevenzione Incendi (D.M. 3 agosto 2015), che intende fornire un testo unico, organico e sistematico per la progettazione della sicurezza antincendio, superando la frammentarietà delle vecchie regole tecniche. Per quanto riguarda nello specifico la manutenzione, un testo di grande rilievo è il D.M. 1° settembre 2021 (noto come Decreto Controlli), che riporta i “Criteri generali per il controllo e la manutenzione degli impianti, attrezzature ed altri sistemi di sicurezza antincendio”. 

 Questo decreto stabilisce, tra l’altro, che il datore di lavoro deve “predisporre un registro dei controlli dove siano annotati i controlli periodici e gli interventi di manutenzione su impianti, attrezzature ed altri sistemi di sicurezza antincendio, secondo le cadenze temporali indicate da disposizioni, norme e specifiche tecniche pertinenti, nazionali o internazionali, nonché dal manuale d’uso e manutenzione”. 

Ciò implica che ogni apparecchiatura antincendio ha la propria tempistica e i propri protocolli di manutenzione, che devono essere eseguiti da tecnici qualificati e documentati in modo tracciabile. 

Lo stesso decreto richiama esplicitamente le norme tecniche di riferimento per le principali categorie di dispositivi, tra cui: 

  • Estintori portatili: UNI 9994-1
  • Reti di idranti: UNI 10779, UNI EN 671-3, UNI EN 12845
  • Impianti sprinkler: UNI EN 12845
  • Sistemi di rivelazione e allarme incendio (IRAI): UNI 11224
  • Evacuatori di fumo e calore: UNI 9494-3

Queste norme definiscono in dettaglio le attività manutentive da svolgere, le modalità di verifica funzionale e le figure abilitate a eseguirle, costituendo un riferimento imprescindibile per la conformità. 

A titolo d’esempio, per gli estintori entra in gioco la norma UNI 9994-1, che definisce un processo strutturato articolato in diverse fasi. Si parte con la presa in carico e il controllo iniziale, cui seguono la sorveglianza visiva da parte del personale interno e i controlli periodici effettuati da tecnici qualificati. A intervalli prestabiliti si eseguono la revisione programmata, con interventi più approfonditi, e il collaudo per verificare la tenuta e la sicurezza del serbatoio 

Come essere compliant: gestione, controllo e uso della tecnologia 

Per essere conformi alla normativa non basta svolgere gli interventi, ma bisogna gestirli in modo coordinato, documentato, efficiente e, ovviamente, dimostrabile. La compliance non è quindi un tema puramente tecnico ma anche organizzativo. 

Pianificare, tracciare, coordinare 

La base della conformità è un piano manutentivo completo, che parta dalla mappatura delle attrezzature presenti, individui le norme tecniche di riferimento e pianifichi gli interventi secondo le scadenze previste. Ogni attività va documentata, con aggiornamento puntuale del registro dei controlli e conservazione dei verbali tecnici. 

 Anche se la responsabilità ultima resta in capo al datore di lavoro, la gestione concreta può coinvolgere più figure - RSPP (Responsabile del servizio di prevenzione e protezione), facility manager, tecnici interni - il cui coordinamento è essenziale per garantire continuità e sorveglianza tra un controllo e l’altro.  

Il valore di un partner unico 

Quando gli impianti sono molti, distribuiti su più sedi e soggetti a normative differenti, gestire tutto internamente può diventare un rompicapo. È anche per questo che le aziende possono affidarsi a partner esterni che si fanno carico, in modo integrato e coordinato, dell’intero processo, dalla pianificazione degli interventi alla loro esecuzione, fino alla gestione della documentazione. Lavorare con un interlocutore unico e competente significa avere una regia tecnica chiara, capace di garantire interventi eseguiti da tecnici abilitati, e un archivio documentale pronto per ogni verifica. 

La tecnologia come alleato strategico 

In un contesto normativo così articolato, la tecnologia può essere un alleato fondamentale per tenere tutto sotto controllo, in particolare scadenze, documenti e interventi. 

Le soluzioni digitali permettono di automatizzare i flussi, semplificare la tracciabilità e avere sempre una visione chiara dello stato degli impianti e delle attività svolte, con tanto di pianificazioni, registri, notifiche e verbali.  

Non solo: dove i sistemi lo consentono, è possibile attivare la manutenzione predittiva, che sfrutta i dati raccolti da sensori e dispositivi degli impianti per anticipare criticità prima che diventino problemi reali. In questo modo, la manutenzione si trasforma da obbligo periodico a leva di efficienza e sicurezza continua.