Il 6 maggio 2019 ha segnato uno spartiacque importante per gli edifici condominiali: in quella data è infatti entrato in vigore il D.M. 25 gennaio 2019, che ha stabilito una serie di regole in materia di normativa antincendio
Le disposizioni hanno riguardato sia gli edifici di nuova costruzione sia quelli esistenti, con alcune differenze in merito all’entrata in vigore dell’obbligo. Per i primi, infatti, l’obbligo è scattato dalla data di pubblicazione del decreto, mentre per gli edifici e i condomìni già esistenti i tempi di adeguamento sono stati posticipati a seconda dell’intervento, con ultima scadenza a settembre 2022, a causa della pandemia.
Anche un ulteriore aggiornamento in materia di legislazione antincendio è datato 2022, ma questa volta con riferimento specifico ai luoghi di lavoro: il D.M. 2 settembre 2021, entrato in vigore il 4 ottobre 2022, ha infatti esplicitato i criteri che il datore di lavoro deve seguire per l’adozione delle misure antincendio, sia in esercizio sia in emergenza.
La nuova normativa ha inoltre introdotto l’obbligo di redazione del piano di emergenza in luoghi di lavoro aperti al pubblico con presenza contemporanea di più di 50 persone e una nuova modalità di valutazione del rischio incendio per le attività di rischio basso.
Le prescrizioni della legge antincendio del 2019 prevedono che gli edifici debbano adeguarsi a specifiche disposizioni a seconda dell’altezza che raggiungono e del tipo di facciata di cui dispongono. La normativa, inoltre, impone che tutte le nuove costruzioni siano già a norma (comprese le ristrutturazioni di facciate per una superficie superiore al 50%), mentre gli edifici esistenti si sono dovuti adeguare all’installazione di impianti di segnalazione manuale di allarme antincendio e di sistemi di allarme vocale di emergenza.
Ecco nel dettaglio cosa è necessario osservare per adempiere al regolamento antincendio.
Il decreto ministeriale del 2019 contiene specifiche prescrizioni, indirizzate a chi gestisce gli edifici, per ostacolare la propagazione di un eventuale incendio attraverso le facciate.
La norma antincendio è volta in particolare a tutelare quegli elementi sensibili dal punto di vista della sicurezza da incendio. Si tratta quindi, più nel dettaglio, di un elenco di prescrizioni che vanno rispettate per ridurre al minimo i rischi.
I requisiti di sicurezza antincendio delle facciate sono valutati secondo una serie di parametri e sulla base di relativi obiettivi da raggiungere. Intanto, il più evidente: limitare la probabilità di propagazione di un incendio originato all’interno dell’edificio per via delle fiamme o fumi caldi che fuoriescono dai vani.
Il regolamento antincendio pone poi l’accento sulla limitazione della probabilità che l’incendio di una facciata si propaghi a causa di un fuoco avente origine esterna, magari dall’incendio di un edificio adiacente o proveniente dal livello strada. Impone quindi di evitare, o limitare, in caso d’incendio, la caduta di parti di facciata, che possono essere frammenti di vetro o di parti disgregate o incendiate: un problema importante, che rischia di pregiudicare l’incolumità degli occupanti durante l’evacuazione e di limitare l’intervento delle squadre di soccorso.
La normativa antincendio nella sua forma più aggiornata si applica a edifici di civile abitazione di nuova realizzazione, o esistenti ma oggetto di interventi successivi sulle facciate (e in particolare a oltre il 50% della superficie della facciata) alla data di entrata in vigore del decreto.
Se a tale data i lavori agli edifici presentavano già un piano di intervento approvato dai Vigili del Fuoco, le disposizioni progettuali si considerano già autorizzate dall’autorità competente.
Per essere in regola con la normativa antincendio è necessario applicare una serie di accorgimenti, crescenti a seconda dei livelli di prestazione, indicati da 0 a 3. Il regolamento antincendio descrive nel dettaglio le prescrizioni, calibrate in funzione dell’altezza degli edifici: più un edificio è alto, più la norma da rispettare è rigorosa.
L’amministratore di condominio ha un ruolo cruciale sul rispetto della normativa antincendio: su di lui incombe non solo la responsabilità di porre in essere tutti gli adempimenti necessari per mettere in regola l’edificio, ma anche quella di far rispettare ai condòmini le norme antincendio.
L’amministratore, come previsto dal Codice Civile, si deve infatti occupare della gestione concreta dell’intero edificio nonché della cura, della vigilanza e della manutenzione degli impianti comuni. In questo scenario rientra anche l’onere di attuare e di far rispettare le norme emanate in tema di normativa antincendio attuando tempestivamente e in modo puntuale gli adempimenti previsti.
Per far rispettare la legislazione antincendio, in particolare, l’amministratore deve:
La legge specifica che in capo all’amministratore pende una responsabilità importante: se infatti questi non dovesse rispettare gli obblighi previsti dalla normativa antincendio, potrebbe essere considerato inadempiente verso il condominio. Gli inquilini potrebbero invocare, di conseguenza, una sua responsabilità contrattuale e chiedere la revoca dell’incarico, avanzando anche eventuale richiesta di risarcimento dei danni. Senza scordare le possibili implicazioni penali delle inadempienze.
È dunque palese, in conclusione, il ruolo centrale dell’amministratore di condominio in materia di legislazione antincendio: a lui spetta non solo il compito di far rispettare ai condomini le norme antincendio, ma anche a messa in regola - e la sua costante verifica - dell’intero edificio.