In qualsiasi edificio, e per qualsiasi realtà produttiva, sia essa un’industria o un negozio, l’attenzione per il Rischio Elettrico costituisce una parte integrante e basilare della struttura. Per questa l’installazione dell’impianto va fatta a regola d’arte, sia per garantire ottimali livelli di funzionamento sia per soddisfare un grado di sicurezza elevato per i lavoratori.
E malgrado una perfetta messa in opera dell’impianto, tuttavia, per mantenere al massimo livello i requisiti di sicurezza ed efficienza, è necessario affidarsi a una corretta manutenzione. Come farlo? In genere le tempistiche di intervento e le operazioni da effettuare sono normate da numerose leggi, in costante aggiornamento.
Intanto la manutenzione periodica dell’impianto elettrico va programmata in modo tale che non rappresenti un pericolo per le persone che lavorino, o si trovino a interagire, con esso. E poi diventa necessaria per assicurare sempre alti livelli di efficienza, per evitare di incorrere in problemi diversamente prevedibili.
Rischio elettrico, cosa dice la legge
La normativa italiana è piuttosto chiara nel regolare le manutenzioni e gli impianti, inclusa l’impiantistica elettrica. E lo fa attraverso il decreto legislativo 81/2008, ovvero il “Testo Unico per la Sicurezza del Lavoro”, che costituisce la base disciplinare di maggiore interesse e rilevanza sull’argomento.
È un testo molto articolato, che nel tempo è stato aggiornato più volte con aggiunte, modifiche e correzioni (aggiornato a gennaio 2020). Resta la normativa di riferimento per molti settori e sicuramente rappresenta il testo di riferimento per l’impiantistica e in particola per l’impiantistica elettrica. Riordina di fatto all’interno di un unico documento le molteplici norme che riguardano la salute dei lavoratori, a partire dallo stabilire come debbano venire effettuate le azioni preventive in azienda, a partire dalla valutazione dei rischi in azienda per arrivare agli interventi da adottare per garantire il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori.
Fra i molteplici capitoli, il testo illustra come debba essere gestito l’adeguamento delle strutture, degli impianti e delle attrezzature. E poi ancora i controlli di natura sanitaria, i corsi di formazione e tutti gli altri aspetti obbligatori, la cui carenza, o mancanza, potrebbero esporre l’azienda a significative sanzioni.
Norme specifiche sul rischio elettrico
Con il decreto 81/2008, e precisamente dall’articolo 80 all’articolo 87 del Capo III, sono garantite e normate funzionalità ed efficienza dell’impiantistica elettrica, ma specialmente la sicurezza, tanto che nel normare l’uso delle apparecchiature e delle attrezzature da lavoro, così come i dispositivi di protezione da adottare, viene indicato come il datore di lavoro sia chiamato a predisporre ogni misura che sia necessaria a garantire la salvaguardia dei lavoratori di fronte ai rischi elettrici. Ciò naturalmente comporta che ogni impianto e apparecchiatura dell’azienda debba essere progettato, installato e manutenuto nel modo corretto.
Per stabilire la forbice degli interventi viene realizzata una valutazione del rischio elettrico alla quale l’azienda si deve adeguare adottando quelle procedure di utilizzo e di manutenzione dell’impiantistica elettrica in modo tale che la sicurezza sia garantita e rimanga sempre costante nel tempo. Oltre al testo di riferimento citato, parlando di manutenzione dell’impianto elettrico si possono trovare riferimenti di legge anche nel DM 37/08 e nel DPR 462/01.
Rischio elettrico, come valutare l'impianto
Per poter valutare se il rischio elettrico di un determinato impianto sia al di sotto delle soglie di sicurezza, prima di effettuare un qualsiasi ciclo di manutenzione, è necessario verificare che siano soddisfatti i requisiti di conformità alla normativa vigente.
Questo perché se tutto risulta in regola, si può procedere, ma diversamente, prima ancora della manutenzione, diventa necessario intervenire con un adeguamento dell’impiantistica elettrica: un aspetto che ogni azienda deve tenere ben presente se vuole mantenere alti i livelli di sicurezza dell’impianto.
Ma quali sono gli accertamenti da effettuare? È necessario fare un distinguo tra quelle che sono considerate verifiche ispettive obbligatorie rispetto alle verifiche manutentive dell’impianto. Le prime si riferiscono, per legge, all’impianto a terra e alle scariche atmosferiche, che vengono verificate da professionisti incaricati dal Ministero. Le seconde riguardano l’impiantistica elettrica nel suo complesso.
Rischio elettrico e manutenzione
Le manutenzioni del secondo tipo sono un obbligo per ogni azienda. Non ottemperare ad esse come previsto fa correre il rischio di andare incontro a serie responsabilità, sia civili sia penali, da parte del datore di lavoro.
È anche possibile, infatti, ma non può essere una scusante, che il funzionamento dell’impianto elettrico non venga pregiudicato dalla mancanza di una o più manutenzioni, continuando a funzionare regolarmente.
La mancata manutenzione, infatti, costituisce una netta mancanza del fattore sicurezza e comporta notevoli rischi per l’impresa: intanto non sarà certificabile, condizione che come visto conduce a sanzioni in caso di controllo. Poi la mancata cura dell’impiantistica elettrica può portare alla conseguente mancanza di copertura assicurativa in caso di un eventuale incidente.
In ogni caso, gli svantaggi sono molti e seri. Ragione per la quale è molto importante affidarsi a professionisti in grado di prevedere ed evitare ogni possibile rischio per l’attività.