Il Caro Energia in Italia è diventato negli ultimi anni uno dei problemi più sentiti dalle aziende. Il costo delle forniture energetiche, iniziato a crescere con la ripresa economica successiva alla pandemia, ha raggiunto il suo picco nel 2022, con l’invasione dei territori ucraini da parte della Russia, diventando insostenibile per molte imprese, in particolare per quelle che operano in settori ad alta intensità energetica come l’industria e la logistica.
Oggi il Caro Energia è una delle voci che incide maggiormente sui bilanci delle aziende a fine anno. Come correre ai ripari?
Caro Energia in Italia: i costi nel 2024
Dopo un 2023 più positivo, nel corso del quale il mercato ha subito una fase di stabilizzazione, il 2024 si presenta incerto: il prezzo dell’energia può tornare a salire. Previsioni confermate anche da Nomisma Energia per il mercato italiano, in base alle quali il prezzo del gas potrebbe attestarsi sui 50-60 euro per megawattora e quello per l’elettricità sui 90-95 euro per megawattora.
Sul Caro Energia in Italia pesa poi l’andamento del conflitto medio-orientale e i rischi per i flussi commerciali, dovuti alla forte riduzione dei transiti nel canale di Suez per gli attacchi del gruppo yemenita degli Houti. I prezzi di gas e petrolio non ne hanno ancora risentito, pur restando alti: a gennaio, 31 €/mwh e 78 $/barile, stando ai dati del Centro Studi Confindustria.
Oltre allo scenario bellico, secondo gli esperti, altri fattori influenzeranno il Caro Energia in Italia nel 2024, quali, ad esempio, le politiche per la sostenibilità e per gli investimenti tecnologici. Questo scenario di incertezza rende ancora più urgente per le aziende la ricerca di soluzioni in grado di ridurre tali costi.
Le soluzioni per affrontare il Caro Energia in azienda
Esistono diverse soluzioni, a medio e lungo termine, che possono aiutare le aziende italiane ad affrontare il Caro Energia, per lo più improntate a interventi per il miglioramento dell’efficienza energetica dei consumi e la riduzione dei costi, l’adozione di impianti di produzione di energia rinnovabili per l’autoconsumo e l’utilizzo di buone pratiche. Vediamo in cosa consistono.
-
Audit energetico per analizzare i consumi
Una delle azioni più immediate per ridurre i costi energetici delle imprese è quella di effettuare un’analisi dei consumi energetici, cioè un audit energetico o diagnosi energetica.
L’analisi consiste nell’identificazione dei flussi dei principali vettori energetici utilizzati dall’azienda e nella successiva individuazione dei possibili interventi di miglioramento ed efficientamento della struttura. Grazie all’audit, è possibile individuare le fonti di spreco energetico, trovare soluzioni per ridurle, stabilire come eseguire gli interventi e quali sono gli investimenti necessari a raggiungere l’obiettivo.
La diagnosi energetica include inoltre l’implementazione di sistemi di monitoraggio e misurazione dei consumi, grazie ai quali è possibile ridurre facilmente le spese operative, e una valutazione della fattibilità tecnica ed economica, anche in funzione di eventuali agevolazioni.
In base alla normativa vigente, sono tenute a effettuare l'audit energetico le imprese con più di 250 dipendenti, un fatturato annuo superiore ai 50 milioni di euro o con un bilancio annuo superiore ai 43 milioni di euro, e quelle energivore, il cui consumo di energia elettrica sia maggiore o uguale a 1 GWh.
-
Interventi per migliorare l’efficienza energetica
Per quanto riguarda gli interventi volti al raggiungimento di una maggiore efficienza energetica, al fine di ridurre il consumo di energia e abbassare i costi in bolletta, le aziende hanno diverse opzioni a disposizione.
Ad esempio, è ideale puntare su un maggiore isolamento delle pareti o degli infissi; la limitazione dell’uso di fonti inquinanti come petrolio, carbone e gas a favore di una produzione di energia più pulita con l’installazione di impianti di climatizzazione invernale ed estiva a pompa di calore oppure, ancora, sul montaggio di pannelli fotovoltaici e sull’illuminazione a basso consumo.
-
Buone pratiche nella gestione degli impianti
A seguito degli interventi di efficientamento, è utile integrare poi delle best practice per il controllo mirato delle bollette energetiche. Tra queste rientra la corretta gestione e manutenzione degli impianti aziendali che, quando effettuate con regolarità, assicura il funzionamento ottimale dei sistemi ed evita perdite di efficienza che possono tradursi in un maggior dispendio di energia.
Caro Energia in Italia e agevolazioni per le aziende
Gli interventi di efficientamento energetico apportati agli edifici aziendali contribuiscono a ridurre le emissioni climalteranti in atmosfera e l’impatto negativo del Caro Energia in Italia sul business delle singole imprese. Si tratta di interventi che beneficiano anche di importanti sgravi fiscali, quali, ad esempio:
- Ecobonus al 65%, per le spese sostenute per interventi di isolamento termico, sostituzione di impianti di climatizzazione invernale ed estiva e installazione di pannelli solari;
- Bonus Ristrutturazione al 50%, per le spese sostenute per la riqualificazione energetica globale degli edifici tramite nuovi infissi e finestre, schermature solari, sistemi di riscaldamento a biomasse e nuove caldaie a classe energetica a partire dalla A;
- Sismabonus al 75% e 85%, per interventi antisismici eseguiti congiuntamente a interventi di riqualificazione energetica.
Bonus energia 2024: cos’è e chi può richiederlo
Dal primo gennaio 2024, inoltre, per fronteggiare il Caro Energia in Italia, le cosiddette “imprese energivore” potranno ottenere un contributo a fondo perduto in parziale compensazione dei costi energetici sostenuti, come stabilito dal Decreto Energia (D.L. 131/2023, convertito in L. n. 169/2023).
Il bonus energia 2024 è destinato alle aziende con un consumo annuo di energia elettrica superiore a 1 GWh, che operano in settori considerati a rischio o ad alto rischio di delocalizzazione secondo i criteri della Commissione europea. Vengono, infatti, riconosciute delle forme di “sconto sulla spesa degli oneri generali di sistema elettrico”, ovvero premi per l’utilizzo di energia elettrica da fonti prive di emissioni di carbonio e incentivi per l’installazione di impianti di produzione di elettricità da fonti rinnovabili. In base all’art. 4, comma II del decreto, è stata anche soppressa l’imposta da 10 euro/kW installato per i nuovi impianti rinnovabili di potenza superiore a 20 kW.