Facility Management

Audit energetico: cos'è, caratteristiche e come eseguirlo

Audit energetico in breve:


  • Identifica sprechi e inefficienze, analizzando consumi reali, impianti e contratti energetici. 
  • È obbligatorio per legge per grandi imprese e aziende energivore, ogni 4 anni. 
  • Offre indicazioni concrete su interventi di efficientamento, con analisi tecnica ed economica. 
  • Contribuisce alla riduzione dei costi operativi e al miglioramento dei KPI ambientali. 
  • È il punto di partenza per la certificazione ISO 50001 e per accedere a incentivi e agevolazioni. 

 

L’audit energetico, chiamato anche diagnosi energetica obbligatoria, consiste nella raccolta di dati tecnici ed economici e la loro successiva analisi finalizzata al miglioramento e all'efficientamento di una struttura: l’audit identifica quali sono i consumi energetici di un edificio ed è lo strumento che permette di individuare le soluzioni necessarie al suo miglioramento. Con esso si stabilisce anche come eseguire gli interventi e quali sono gli investimenti per raggiungere l’obiettivo. 

L’audit energetico, in generale, si avvia con un sopralluogo negli edifici interessati, per valutarne gli impianti, la condizione generale e come l’energia venga utilizzata. A questa fase segue poi una attenta valutazione dei contratti e delle forniture attive. Ed è sulla base di questa valutazione che è necessario progettare quegli interventi di riqualificazione energetica necessari ad apportare un significativo miglioramento alla struttura 

Con valutazione tecnica va compresa, inoltre, l’analisi economico-finanziaria degli investimenti. Questa fase iniziale può prevedere anche un tempo di monitoraggio iniziale. Concluso l’iter, si arriva alla definizione degli interventi da eseguire per azzerare gli sprechi, ridurre i consumi energetici e valutare anche l’incidenza ambientale. 

 

Cos’è l’audit energetico? 

L’audit energetico è una valutazione accurata, documentata e periodica sull’efficienza di un qualsiasi sistema legato al risparmio energetico. Si basa sulla raccolta di dati reali (es. bollette, profili di utilizzo, analisi impiantistica), spesso integrata da sopralluoghi tecnici e monitoraggi. Il suo scopo è individuare criticità, sprechi, inefficienze e definire un piano concreto di miglioramento, comprensivo di analisi costi-benefici. 

Diventa uno strumento molto funzionale e particolarmente importante poiché, per le misurazioni, si affida a parametri certi, in grado di restituire risultati comparabili. L’Unione Europea da tempo ha avviato procedure per la certificazione energetica che hanno la finalità di correggere gli sprechi e promuovere azioni che portino a una riduzione dei consumi. 

L’audit energetico ha il compito di valutare come l’energia viene utilizzata e, se vengono rilevati sprechi, suggerire quali possono essere gli interventi per correggerli. Questo si traduce in un piano energetico che consideri sia la fattibilità tecnica sia, soprattutto, la fattibilità economica delle eventuali azioni proposte. 

L’Audit energetico può essere realizzato da un professionista che conosca il funzionamento degli impianti e che conosca i bilanci di energia. La sua azione si concretizza con una diagnosi energetica degli edifici tramite un’analisi dei parametri relativi ai consumi specifici e una valutazione tecnico-economica dei flussi di energia. 

Qual è la differenza tra audit energetico e certificazione energetica (APE)? 

Sebbene possano sembrare concetti simili, audit energetico e certificazione energetica (APE) sono strumenti distinti per finalità, contenuto e ambito di applicazione.  

La certificazione energetica (APE – Attestato di Prestazione Energetica) è, infatti, un documento standardizzato che fornisce una fotografia sintetica della prestazione energetica di un edificio in un dato momento. Obbligatoria in caso di compravendita o locazione di immobili, l’APE assegna una classe energetica da A4 a G sulla base di parametri normati (es. fabbisogno energetico per riscaldamento, raffrescamento, ACS). Non include però indicazioni su come migliorare l’efficienza né analisi economiche sugli interventi. 

Quali sono i vantaggi di un audit energetico 

L'audit energetico assicura, alle aziende e all'ambiente, una serie di vantaggi strategici in termini di risparmio energetico per le imprese e miglioramento dei KPI ambientali:  

  • Ottimizzazione dei costi. Identificando i punti di spreco energetico e implementando sistemi di monitoraggio e misurazione dei consumi, è possibile ridurre facilmente le spese operative. 
  • Definizione degli interventi e delle operazioni di efficientamento energetico. Da qui segue la valutazione della fattibilità tecnica ed economica, anche in funzione di eventuali agevolazioni. 
  • Maggior sostenibilità del building, dati gli interventi di ottimizzazione dei processi produttivi. 
  • Valorizzazione immobiliare. Le strutture che seguono raccomandazioni post-audit tendono a incrementare il loro valore, grazie a sistemi energetici ottimizzati. 
  • Rafforzamento dell'immagine aziendale. Mostrare attenzione e conformità alle normative energetiche migliora la reputazione aziendale di fronte a clienti e stakeholder.
     

Quando è obbligatorio effettuare un audit energetico in Italia? 

In Italia, l’obbligo di effettuare un audit energetico è regolato dal Decreto Legislativo 102/2014, che recepisce la Direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica. Secondo quanto stabilito all’articolo 8, la diagnosi energetica è obbligatoria ogni quattro anni per tutte le grandi imprese e per le imprese energivore iscritte nell’elenco aggiornato annualmente dalla CSEA – Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali. 

Le grandi imprese sono definite tali quando superano i 250 dipendenti, oppure registrano un fatturato annuo superiore a 50 milioni di euro o un bilancio annuo oltre i 43 milioni di euro. Per quanto riguarda le imprese energivore, il requisito principale è un consumo annuo di energia elettrica pari o superiore a 1 GWh, indipendentemente dalla dimensione aziendale, purché incluse nell’elenco ufficiale CSEA. 

L’obbligo si estende anche alle realtà con sedi multiple: in questo caso, l’audit deve coprire almeno il 90% dei consumi energetici totali, includendo stabilimenti, uffici, filiali e altri siti produttivi. 

La normativa richiede che la diagnosi venga eseguita da società certificate secondo la norma UNI CEI 11352 oppure da Esperti in Gestione dell’Energia (EGE) qualificati secondo la UNI CEI 11339, al fine di garantire competenza e affidabilità. 

Oltre a evitare sanzioni amministrative per inadempienza, l’audit rappresenta un requisito essenziale per accedere a eventuali agevolazioni e incentivi in ambito di efficientamento energetico. Ma soprattutto, consente alle aziende di intraprendere un percorso strutturato verso la riduzione degli sprechi, la sostenibilità operativa e il controllo dei costi energetici. 

Tabella: Obblighi di audit energetico per le imprese in Italia 

Tipologia di impresa 

Requisiti dimensionali / di consumo 

Obbligo audit 

Frequenza 

Riferimento normativo 

Grandi imprese 

Oltre 250 dipendenti oppure fatturato annuo > 50 milioni € oppure bilancio > 43 milioni € 

 

Ogni 4 anni 

D.Lgs. 102/2014, art. 8 

Imprese energivore 

Consumo ≥ 1 GWh/anno, inserite nell’elenco CSEA 

 

Ogni 4 anni 

D.Lgs. 102/2014, elenco CSEA aggiornato 

PMI (non obbligate) 

Non raggiungono i requisiti di cui sopra 

No, ma consigliato 

Libera scelta 

Incentivabile tramite bandi e sgravi 

Aziende multisede 

Diversi stabilimenti o sedi operative 

Sì, su almeno 90% dei consumi complessivi 

Ogni 4 anni 

D.Lgs. 102/2014, art. 8, comma 6 

 

L’audit energetico di una struttura: come eseguirlo 

L’analisi di un edificio proposta con l’audit consente di individuare le modalità con cui l’energia viene impegnata in un determinato immobile, comprese tutte le possibili soluzioni migliorative. Oltre alle imprescindibili valutazioni economiche e degli sprechi, l’obiettivo di un audit resta l’ottimizzazione del consumo energetico e quindi la riduzione dei costi energetici. 

L’audit è il primo step per arrivare alla stesura di un programma di efficientamento energetico personalizzato, valutato struttura per struttura. È anche il primo passo da compiere per quelle organizzazioni che decidono di certificare il proprio sistema di gestione dell’energia secondo la norma “Uni Cei En Iso 50001:2018”.  

Con l’audit energetico si possono stimare in modo molto accurato i costi e i relativi risparmi conseguibili. Soprattutto, si possono valutare e considerare puntualmente le interazioni che avvengono tra i sistemi energetici in una struttura considerata. Nel dettaglio, gli obiettivi dell’audit energetico in azienda sono:  

  • calcolare il bilancio energetico della struttura; 
  • individuare quegli interventi di riqualificazione tecnologica necessari; 
  • valutare le soluzioni tecniche ed economiche per ciascun intervento; 
  • migliorare la sicurezzae il comfort, e ridurre le spese di gestione. 

Ma quali sono, in modo particolare, le fasi di un audit energetico? Essenzialmente sono tre: pre audit, audit e post audit. 

  • Il pre-auditè il sopralluogo nella struttura che sarà oggetto di intervento per pianificare accuratamente tutta la sequenza delle successive attività. Fra queste rientrano: la valutazione degli strumenti di misurazione, la mappatura delle aree, la stima dei processi e delle attività di raccolta dati. 
  • Nell’audit si arriva, quindi, a realizzare la produzione del report di analisi. Con esso si descrive il processo di consumo energetico e, maggiormente nel dettaglio, la lista delle misure eseguite, collegata all’analisi di fattibilità tecnica ed economica e alla lista degli interventi da eseguire per ottenere il risultato voluto.  
  • Il post-audit, infine, interviene per verificare che tutti gli interventisiano stati eseguiti, è generalmente accompagnato da un periodo di monitoraggio che ne verifichi l’efficacia, ed è anche quella fase in cui, qualora qualcosa non fosse andato per il verso ipotizzato, si devono applicare correttivi e nuove implementazioni. 

    Approfondisci come e perché fare un audit energetico

Quanto tempo richiede un audit energetico? 

La durata di un audit energetico dipende da diversi fattori, tra cui la complessità dell’edificio, la quantità di dati disponibili, il numero di impianti da analizzare e la presenza o meno di sistemi di monitoraggio già attivi. Non esiste quindi un tempo fisso, ma è possibile delineare alcune stime indicative. 

Per strutture di media complessità (ad esempio uffici o magazzini singoli), un audit energetico completo può richiedere da 2 a 4 settimane, suddivise in tre fasi principali: sopralluogo iniziale e raccolta dati, analisi tecnica ed economica, redazione del report finale. In presenza di siti produttivi articolati o multi-sede, i tempi possono estendersi fino a 6–8 settimane, soprattutto se l’azienda non dispone di un sistema strutturato per l’accesso ai dati energetici. 

Il pre-audit (valutazione preliminare e pianificazione attività) si svolge in genere in pochi giorni, mentre la fase di analisi tecnica può essere più o meno rapida a seconda della qualità dei dati disponibili. Dove esistono sistemi di building automation, sensoristica diffusa o piattaforme digitali per il monitoraggio dei consumi, la fase analitica risulta notevolmente più efficiente. Al contrario, quando i dati vanno raccolti manualmente o ricostruiti da più fonti (es. bollette cartacee, registri impiantistici), i tempi si allungano. 

Anche la disponibilità dell’azienda a collaborare attivamente con il team tecnico (es. fornitura tempestiva della documentazione, accompagnamento ai sopralluoghi, accesso agli impianti) incide significativamente sui tempi complessivi. 

Infine, nel caso in cui l’audit venga svolto in ottica certificativa (es. ISO 50001) o preveda l’integrazione con un piano di monitoraggio energetico, è possibile che venga previsto un periodo di misurazione continua (es. 30 giorni) per acquisire dati più precisi. Questo approccio estende i tempi, ma aumenta sensibilmente la qualità del risultato. 

Quali sono le sanzioni per il mancato audit energetico? 

Oltre a rappresentare un’opportunità per migliorare l’efficienza e contenere i costi, l’audit energetico è in alcuni casi un obbligo di legge. La sua omissione, per le aziende tenute a effettuarlo, comporta sanzioni amministrative piuttosto significative. 

In particolare, il Decreto Legislativo 102/2014, che recepisce la Direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica, stabilisce all’articolo 16 che le grandi imprese e le imprese energivore che non effettuano l’audit energetico ogni quattro anni siano soggette a una sanzione amministrativa da 4.000 a 40.000 euro. In caso di audit eseguito ma non conforme ai criteri tecnici minimi, la sanzione si riduce, ma rimane significativa: da 2.000 a 20.000 euro. 

La normativa richiede che la diagnosi venga condotta secondo standard specifici, come le norme UNI CEI EN 16247 e da operatori qualificati (ESCO certificate UNI CEI 11352 o EGE certificati UNI CEI 11339). A supporto delle imprese, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica pubblica aggiornamenti, FAQ e linee guida ufficiali, mentre l’ENEA fornisce materiali di supporto tecnico e operativo. 

Le imprese energivore, infine, possono verificare la propria posizione e l’obbligo di audit accedendo all’elenco aggiornato sul portale della CSEA – Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali. 

Oltre alla sanzione economica, l’inadempienza può comportare l’esclusione da incentivi pubblici e bandi sull’efficienza energetica, oltre a danneggiare la reputazione aziendale in ottica ESG. La responsabilità è in capo all’impresa nel suo complesso, non solo al reparto tecnico: per questo motivo, molte organizzazioni scelgono di affidarsi a partner esterni qualificati, in grado di gestire l’intero processo in modo conforme, tracciabile e digitalizzato. 

Le principali caratteristiche su cui si concentra l’audit energetico 

Definite le fasi su cui l’audit energetico si concentrerà, bisogna individuare quali sono gli elementi che vanno presi in considerazione. In un edificio, in particolare, possono essere infatti molteplici i fattori di intervento, ma alcuni hanno una evidente priorità.  

Intanto sarà necessario prendere in considerazione l’involucro esterno, eseguendo le misurazioni delle geometrie, gli impianti di climatizzazione invernale ed estiva, i consumi energetici delle illuminazioni e dei dispositivi elettrici e, infine, la valutazione di quante sono le persone che utilizzano l’edificio sotto analisi. 

Sapere quali sono i materiali utilizzati, come l’involucro è stato strutturato, diventa basilare per misurare la capacità di contenimento dell’edificio. Sarà necessario valutare la qualità delle pareti interne e degli infissi per passare poi alla valutazione degli impianti di climatizzazione, che va considerata sia dal punto di vista del generatore di energia sia da quello dei diffusori, siano essi ad esempio radiatori oppure termoconvettori. I consumi elettrici così ricavati serviranno per ottimizzare i modelli su cui fare riferimento per poter scegliere la soluzione migliore di intervento. 

I software di audit energetico nella gestione degli edifici 

Come semplificare la gestione di un audit energetico? Sul mercato esistono software di audit energetico BIM che valutano la diagnosi energetica mediante una funzionalità nella maggior parte dei casi adattata all’utenza (tailored rating) e propongono la conseguente progettazione degli interventi di miglioramento.  

Per tailored rating, in particolare, si intende una valutazione energetica che descriva la reale condizione in cui si trova l’edificio o l’impianto e che modifica il modello iniziale, adattandolo a un effettivo profilo di utilizzo, rilevabile ad esempio dalle bollette di fornitura.  

Un software di audit energetico si occupa di tutte le fasi dell’audit, dall’analisi dello stato di fatto dell’edificio, per passare a una valutazione che risponde alle norme Uni di riferimento e individuare i punti deboli dell’involucro o dell’impianto. In ultimo gestire l’intervento di miglioramento. 

Più nel dettaglio, i software di audit energetico sono in grado di effettuare anche la valutazione economica valutando la fattibilità economica dell’intervento di risparmio energetico e, più in generale, della prestazione economica di un progetto complessivo di un edificio. 

Un esempio pratico di audit energetico 

Immaginiamo, ad esempio, l'audit energetico applicato a un complesso d'uffici di dimensioni significative. Gli specialisti certificati iniziano con la raccolta dettagliata dei dati su impianti HVAC, illuminazione e sistemi elettrici.  

Tramite analisi termografiche e strumentazione specifica, poi, rilevano anomalie e punti di dispersione energetica. Il report finale suggerirà, quindi, l'adozione di soluzioni come inverter di frequenza variabile e sistemi di gestione energetica avanzata, guidando l'azienda verso l'attuazione di strategie efficienti e assicurando un tangibile ritorno economico a medio-lungo termine. 

FAQ

  • Che cos'è un audit energetico? 
    Un audit energetico è una diagnosi tecnica ed economica dell’efficienza energetica di un edificio o impianto. Analizza i consumi reali, individua sprechi e propone interventi di ottimizzazione. 
  • Quando è obbligatorio fare l’audit energetico? 
    L’audit energetico è obbligatorio ogni 4 anni per grandi imprese (oltre 250 dipendenti o fatturato superiore a 50 milioni di euro) e imprese energivore registrate presso la CSEA, come previsto dal Decreto Legislativo 102/2014. 
  • Chi può redigere un audit energetico valido? 
    Solo professionisti certificati EGE (secondo UNI CEI 11339) o società ESCO (certificate UNI CEI 11352) possono eseguire audit validi a fini normativi. 
  • Qual è la differenza tra audit energetico e APE? 
    L’APE (Attestato di Prestazione Energetica) fornisce una valutazione sintetica della classe energetica dell’edificio. L’audit energetico, invece, offre un’analisi approfondita dei consumi, individua inefficienze e propone azioni concrete per migliorare la performance energetica. 
  • Quanto costa un audit energetico? 
    Il costo varia in base alla complessità del sito, alla disponibilità dei dati e agli obiettivi dell’intervento. Per una struttura di media grandezza può oscillare tra [dato da verificare] e [dato da verificare] euro. 
  • Quanto tempo richiede un audit energetico? 
    Un audit energetico può durare da 2 a 8 settimane, in funzione della dimensione dell’edificio, della quantità di dati disponibili e della collaborazione fornita dal cliente. 
  • Quali sono le sanzioni per il mancato audit? 
    Le imprese soggette all’obbligo che non effettuano l’audit possono incorrere in sanzioni amministrative da 4.000 a 40.000 euro. Se l’audit è svolto in modo non conforme, la sanzione va da 2.000 a 20.000 euro. 
  • L’audit energetico è utile anche se non obbligatorio? 
    Sì. Anche per le aziende non obbligate, l’audit è uno strumento strategico per contenere i costi energetici, valorizzare gli immobili e migliorare le performance ESG. 

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