Mantenere inalterata l’efficienza di un processo lavorativo, conservandone la produttività, è il desiderio più grande di ogni Facility Manager. Un sogno che si scontra, però, troppo spesso con la realtà quotidiana in cui le macchine o gli impianti si guastano, l’ambiente di lavoro ne risente, i processi produttivi in alcuni casi si interrompono. Di conseguenza, tutto quello che dovrebbe avvenire nelle fasi successive risulta nella migliore delle ipotesi ritardato, nella peggiore compromesso. La manutenzione degli impianti industriali, ordinaria e straordinaria, riveste quindi un ruolo cruciale.
Cos'è la manutenzione degli impianti industriali
Ma cosa si intende, nel dettaglio, con questa espressione? Il concetto di manutenzione, concepito come singolo intervento su di una macchina o un’attrezzatura, è ormai obsoleto.
Oggi la manutenzione degli impianti industriali viene infatti considerata in senso ecosistemico, ovvero come processo che coinvolge tutte le funzionalità aziendali per garantire costantemente la piena operatività.
La definizione di una corretta strategia manutentiva segue quindi precise logiche, che derivano da una vision olistica dell’organizzazione: dalla conoscenza approfondita degli impianti, all’analisi dei guasti, sino alle valutazioni economiche sul costo del ciclo di vita dei beni aziendali. La crucialità di questo approccio si manifesta con evidenza sul piano economico: mantenere gli impianti in funzione, prevenendo interruzioni e allungandone la vita, riduce infatti sensibilmente i costi operativi.
Quali sono i costi della manutenzione industriale
È quindi evidente che il costo di gestione della manutenzione di un impianto industriale ha un peso importante nelle voci di bilancio, soprattutto in aziende complesse e strutturate. Di fondamentale importanza, in particolare, è la cosiddetta analisi di manutenibilità, che permette di avere un quadro preciso della situazione: da un lato il costo totale delle attività di manutenzione, dall’altro - al suo interno - i dati disgregati relativi sia alla mancata produzione causa guasto sia alle nude operazioni di manutenzione.
Si tratta di costi che dipendono, in ultima analisi, dal tipo di politica manutentiva messa in atto: una variabile che, negli ultimi tempi, tende sempre più ad orientarsi verso l’adozione di linee d’azione preventive per evitare, a monte, il verificarsi di guasti e criticità.
Quando invece il guasto, inevitabilmente, si manifesta, i costi di manutenzione degli impianti industriali possono essere ridotti grazie a un approccio chiave: agire sulle tempistiche. Un parametro fondamentale a questo proposito è il MTTR (Mean Time To Restore), che quantifica il tempo medio di ripristino dell’impianto. Vien da sé che più una macchina è progettata in modo efficiente in relazione alla manutenzione, tanto più piccolo sarà l’MTTR. E di conseguenza il costo che ricade sul bilancio aziendale.
Il ruolo delle tecnologie avanzate nella manutenzione industriale
Proprio per rispondere a questo profondo bisogno di efficienza, è cruciale il ruolo di tutti quegli strumenti in grado di garantire la corretta esecuzione della manutenzione in modalità preventiva e predittiva: soluzioni tecnologiche capaci di diagnosticare eventuali criticità di servizio per effettuare un preciso screening e censimento degli impianti, da quello idrico a quello elettrico a quello termico, dai dispositivi antincendio a quelli di rilevazione del fumo.
Adottare tecnologie innovative per una manutenzione efficace consente di:
- ottenere un quadro ben definito della condizione impiantistica e documentale;
- individuare un piano di manutenzioneche assicuri il corretto ed efficiente funzionamento degli impianti (commissioning, revamping, saving);
- progettare ed eseguireopere di riqualificazione e di adeguamento normativo.
In questo scenario, la trasformazione digitale delle imprese è favorita anche dagli incentivi previsti dal Piano Nazionale di Transizione 4.0 e il cosiddetto credito d’imposta 4.0, attivo ormai da anni. Vediamo nel dettaglio in cosa consiste e a chi è destinato.
Manutenzione industriale e il credito d’imposta 4.0 al 2025
La disciplina relativa al credito d’imposta per investimenti in beni strumentali materiali 4.0 è stato modificato una prima volta dalla legge di Bilancio 2021 e una seconda volta dalla legge di Bilancio 2022, che ha confermato il credito di imposta fino al 2025, riducendo, al contempo, le aliquote agevolative applicabili per gli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2023.
Più nel dettaglio, il piano prevede l’erogazione di credito di imposta in relazione agli investimenti in beni materiali strumentali nuovi tecnologicamente avanzati ricompresi nell’Allegato A della Legge di Bilancio 2017, effettuati a decorrere dal 1° gennaio 2020 e fino al 31 dicembre 2025, oppure entro il 30 giugno 2026 a condizione che entro la data del 31 dicembre 2025 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione. Ma tra questi incentivi, quali hanno a che fare in modo specifico con la manutenzione?
Gli incentivi per la manutenzione degli impianti
I beni agevolabili si dividono in tre categorie:
- beni strumentali, il cui funzionamento è regolato da sistemi computerizzati o gestito tramite opportuni sensori e azionamenti;
- sistemi per l’assicurazione della qualità e della sostenibilità;
- dispositivi per l’interazione uomo macchina e per il miglioramento dell’ergonomia e della sicurezza del posto di lavoro in logica 4.0.
Fanno parte di questo insieme di opzioni le macchine dotate di sistemi di telemanutenzione e/o telediagnosi e/o controllo in remoto, insieme alle interfacce uomo-macchina intelligenti che supportano l’operatore nelle operazioni di lavorazione, manutenzione e logistica.
E ancora, qui ritroviamo software e tecnologie per la gestione e il coordinamento della produzione, ovvero soluzioni che presentano elevate caratteristiche di integrazione delle attività di servizio (come logistica di fabbrica e manutenzione) e di software, sistemi, piattaforme e applicazioni da utilizzare lungo le linee produttive di robot, collaborativi e non. Infine, ricadono in questa casistica anche le macchine intelligenti per la sicurezza e la salute dei lavoratori, la qualità dei prodotti finali e la manutenzione predittiva.
Pertanto, per gli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2025 il credito d’imposta è riconosciuto nella misura del:
- 20% del costo, per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
- 10% del costo, per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro;
- 5% del costo, per la quota di investimenti oltre i 10 milioni di euro e fino al limite massimo di costi complessivamente ammissibili pari a 20 milioni di euro.
Come chiarito dall’Agenzia delle Entrate nella circolare n. 14/E/2022, il massimale di spesa per gli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2025 si riferisce alla singola annualità e non all’intero triennio. Pertanto, il massimale complessivo per gli investimenti in beni materiali 4.0 effettuati nel triennio 2023 - 2025 è pari a 60 milioni di euro.